“Ora occorre dissequestrare i tratti autostradali interessati dall’inchiesta, revocare
l’immotivato limite di velocità a 60 all’ora e quantificare i danni subiti dall’Azienda”
Il Presidente dell’Anas Vincenzo Pozzi ha espresso, in una nota, “grande soddisfazione per l’assoluzione completa e con formula piena di tutti i dirigenti e funzionari dell’Anas” coinvolti nel processo “Tamburo”, celebrato davanti alla Corte d’Assise di Cosenza e relativo a presunte infiltrazioni mafiose nei lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria nei confronti dei dirigenti e dei funzionari dell’Anas.
“Quando nel novembre 2002 partì l’inchiesta giudiziaria, la decisione del vertice dell’Anas di non consentire il linciaggio dei propri dirigenti non è stata frutto dell’istinto – ha affermato Pozzi -, ma è stata dettata dalla piena coscienza di due elementi: la grande fiducia nel giudizio equanime della magistratura giudicante, con la quale abbiamo sempre attivamente collaborato, e la profonda conoscenza dei dirigenti e dei funzionari dell’Anas coinvolti”.
“Abbiamo avuto ragione ad affidarci all’imparzialità della magistratura, che ha saputo perseguire i responsabili ed assolvere i dirigenti ed i funzionari dell’Anas – ha continuato Pozzi -. Tuttavia non possiamo dimenticare il continuo stillicidio di notizie operato in questi tre anni nei confronti dell’Anas, che ha danneggiato pesantemente non solo l’Azienda ma lo stesso Stato che essa rappresenta”.
“Questo processo – ha spiegato Pozzi – ha creato due elementi di danno: la grave forma di allarme sociale sollevata attorno alla correttezza e alla capacità della dirigenza e dei funzionari dell’Anas; ed il sequestro di importanti tratti dell’autostrada, caso unico al mondo, con limitazioni a 60 km orari che hanno creato disagi e continuano a crearne, anche con rischi di incidenti”.
“Speriamo che sia revocato immediatamente l’immotivato limite di velocità posto sulla A3 e che vi sia subito il dissequestro dei tratti autostradali interessati da questo provvedimento”, ha aggiunto il Presidente dell’Anas.
“Dispiace anche che alcuni organi di informazione si siano distinti in un sistematico linciaggio, non dando mai conto delle ragioni dell’Azienda e delle ragioni degli imputati - ha concluso il Presidente dell’Anas -. Oggi è il momento della soddisfazione, domani sarà quello di fare bene i conti dei danni subiti”.
Roma, 17 novembre 2005