E’ la prima tappa della trasformazione dell’organizzazione aziendale Obiettivo: coprire entro il 2005 il 50% dei costi di funzionamento aziendale
Si realizza la prima tappa della trasformazione dell’organizzazione aziendale dell’Anas Spa in Divisioni, al fine di cogliere al meglio le nuove opportunità di business offerte dal mercato e di aumentare i ricavi societari. In base ai risultati della sperimentazione e al confronto con il mercato, il management dell’Anas stabilirà successivamente se sarà necessario costituire nuove società ad hoc per ogni linea di business. E’ per questo motivo che oggi il consiglio di amministrazione della società stradale ha costituito all’interno dell’azienda la Divisione “Service e Patrimonio”, la prima delle tre divisioni che avranno il compito di attuare il Piano Industriale 2003-2005, valorizzando il patrimonio di competenze, immobiliare e di struttura dell’Anas.
La Divisione “service e patrimonio” avrà la mission di rilanciare le attività a reddito tradizionali dell’Anas (pubblicità; licenze e concessioni, royalties, trasporti eccezionali, servizi del Centro Sperimentale di Cesano) e di sviluppare le nuove attività industriali riferite alla valorizzazione degli asset (patrimonio immobiliare e fondiario, reti telematiche, strade, autostrade, ecc.), alla vendita di servizi (consulenza agli Stati esteri, agli enti pubblici, agli autostrasportatori; formazione, logistica, infomobilità), alla gestione a pedaggio di strade e autostrade. La Divisione lavorerà in staff con la Direzione Generale.
“La riorganizzazione dell’Anas in Divisioni è funzionale agli obiettivi del Piano Industriale di aumentare i ricavi della società, passando in tre anni, entro il 2005, da 33 milioni di euro a 225 milioni di euro – ha dichiarato il Presidente dell’Anas Vincenzo Pozzi -. Nel Piano Industriale, infatti, l’Anas ha previsto di portare i ricavi da vendita di beni e servizi sul mercato nel breve-medio termine a coprire nella misura del 50% i costi di funzionamento della società”.
“Le altre due Divisioni dell’Anas Spa – ha continuato Pozzi - saranno quella engineering, che avrà l’obiettivo di fornire il supporto specialistico nelle attività di progettazione e di project management, e quella international, che avrà l’obiettivo di realizzare infrastrutture e fornire servizi all’estero. So che ci sono preoccupazioni nel mondo imprenditoriale e professionale circa l’intenzione dell’Anas di rafforzare le proprie strutture di progettazione, soprattutto per il timore che la nostra società realizzi lavori di appalti in house. Sono preoccupazioni infondate, perché la divisione engineering avrà il compito di definire i progetti preliminari, di verificarli e di asseverare i progetti definitivi ed esecutivi, nulla togliendo alle attività che si avvalgono di professionalità esterne all’azienda”.
La scelta dell’Anas di optare per il modello divisionale è stata supportata dall’analisi di quattro principali fattori: economici, di mercato, sociali e legislativi:
1) economici: la creazione di modelli divisionali interni consente di avere una maggiore economicità nell’avviamento e nella gestione delle iniziative. Infatti, l’utilizzo della struttura interna consente di ridurre i costi fissi connessi alla costituzione di nuove società;
2) di mercato: l’attuale situazione di mercato evidenzia una contrazione nella creazione di società controllate. Ciò è determinato principalmente dalla necessità di contenere i costi e, pertanto, dall’obiettivo di raggiungere una massa critica sufficiente ad ottenere rilevanti economie di scala;
3) sociali: l’adozione di modelli organizzativi divisionali, consente di valorizzare al meglio il patrimonio di risorse umane interno ad Anas, favorendo la crescita professionale del personale all’interno dell’azienda;
4) legislativi: sulla base delle modifiche apportate al diritto societario con il D.lgs 17/03, n°6, in vigore dal 1 Gennaio 2004, saranno previsti modelli organizzativi più flessibili, rispetto agli attuali modelli societari. Inoltre, è prevista una dettagliata disciplina dei gruppi e degli strumenti di finanziamento delle società.
Roma, 20 giugno 2003