Nel periodo 2001-2004, l’Anas è diventata il più importante committente pubblico italiano con un volume di investimenti di oltre 30 miliardi di euro
“Da qualche anno in Italia si è sviluppata una concezione moderna delle infrastrutture stradali, considerate oggi come strumento fondamentale di intermodalità e di crescita economica e sociale. Una concezione di sviluppo che non ha colore politico e che è diventata patrimonio di tutta la classe dirigente italiana, a partire dalle istituzioni locali. Questo cambio epocale, che ha pochi riscontri nella storia italiana, ha generato un’attenzione straordinaria nei confronti delle infrastrutture stradali, un’attenzione che si rivolge particolarmente ai tempi e ai modi di realizzazione, ai materiali usati e ai risultati conseguiti”. E’ quanto ha dichiarato il Presidente dell’Anas Vincenzo Pozzi partecipando al “XXVI Meeting per l’amicizia dei popoli”, che si sta svolgendo in questi giorni a Rimini.
“Nell’ultimo triennio si è registrato nel nostro Paese un vero e proprio salto di qualità del settore infrastrutturale – ha dichiarato il Presidente Pozzi. Un salto di qualità certo ispirato dalle riforme varate dal Governo, ma del quale l’Anas e gli altri soggetti protagonisti del settore infrastrutturale hanno saputo cogliere l’interesse nazionale e sociale, infatti, in tale periodo, tra bandi pubblicate e gare aggiudicate, l’Anas ha realizzato un volume di investimenti di oltre 30 miliardi di euro ”.
“Voglio sottolineare – ha proseguito Pozzi - il ruolo delle Regioni. Anche grazie al federalismo stradale, le Regioni in questi anni hanno compreso che qualsiasi modello di sviluppo non può prescindere dalla infrastrutturazione del territorio, e in particolare non può prescindere dalle strade. Questo è un dato importantissimo. Infatti è un puro esercizio verbale parlare di corridoi transeuropei se poi non si realizzano le maglie viarie regionali”.
L’Anas, in quanto gestore pubblico della rete stradale e autostradale d’interesse nazionale, è al lavoro su delega del Governo per recuperare il gap rispetto ai partner europei e per completare diverse opere di viabilità facenti parte delle reti transeuropee in Italia.
“Alla fine del decennio 2005-2014 – ha spiegato Pozzi -l’Italia dovrà poter contare su una rete autostradale di oltre 10.000 km, mentre la viabilità ordinaria di interesse nazionale dovrà essere di 23.000 km. La rete dovrà costituire il sistema di appoggio fondamentale sia ai Corridoi Plurimodali Pan-Europei che interessano l’Italia sia all’importantissimo progetto delle Autostrade del Mare. Anche con l’apertura al traffico delle quantità indicate, si sarà recuperata soltanto una parte del divario quantitativo, a valori 2005, accumulato. In questo quadro è nato il Piano Decennale della Viabilità 2003-2012, predisposto dall’Anas ed approvato di recente dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni, che prevede interventi per oltre 177,8 miliardi di euro, di cui 86 miliardi di euro riconducibili nell’ambito della programmazione nazionale delle opere strategiche. Si tratta di un documento assai rilevante, che è teso a ridisegnare l’intera rete stradale e autostradale nazionale e sulla base del quale saranno impostate tutte le strategie di sviluppo del sistema infrastrutturale del futuro”.
Il Presidente Pozzi ha poi tracciato un bilancio dell’attività dell’Anas negli ultimi tre anni: “Fin dall’inizio del nostro mandato, abbiamo cercato di dare un contributo serio e fattivo al superamento del gap infrastrutturale italiano, accelerando le procedure di approvazione dei progetti, bandendo le gare, sbloccando i cantieri, individuando nuove e a volte inedite forme di finanziamento delle opere. Nel periodo 2001-2004, con il volume di investimenti di oltre 30 miliardi di euro, l’Anas si è confermata il più importante «committente» pubblico italiano, come certificato dall’Osservatorio Cresme-Il Sole 24 Ore. Per comprendere quanto sia stato imponente questo sforzo, basta ricordare che in questo scorcio di tempo l’Anas ha aperto al traffico ben 445,56 km di nuove strade.
Il trend positivo continua nel 2005, infatti, nei primi sei mesi di quest’anno i lavori aggiudicati hanno registrato un incremento pari al +30%, per un importo di quasi 3,2 miliardi di euro; i pagamenti per lavori totali hanno avuto un aumento del +53%, per un valore di 1,2 miliardi di euro; i lavori consegnati un rialzo del +212% ed i lavori ultimati hanno avuto una crescita del +29%”.
“Lo sforzo straordinario messo in campo dall’Anas per recuperare il gap italiano – ha concluso il Presidente Pozzi - potrà raggiungere risultati ancora più significativi e pregnanti se verrà portato a compimento il processo di riforma dell’Azienda, e in particolare se verrà varato il nuovo modello di funzionamento aziendale delineato nel Dpf 2006-2009. Molti importanti passi sono stati compiuti in questa come il varo della Carta dei Servizi, la sottoscrizione del Contratto di Programma con lo Stato e l’approvazione da parte dell’Assemblea degli Azionisti del primo bilancio certificato della storia aziendale”.
Rimini, 23 agosto 2005